Kenya .. one night in the African savannah, inside the Tsavo park : KENYA

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Kenya .. one night in the African savannah, inside the Tsavo park

Tsavo

La strada di terra rossa nella savana
La strada di terra rossa nella savana
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Kenya .. one night in the African savannah, inside the Tsavo park

Località: Tsavo
Stato: KENYA (KE)
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Safari in Tsavo Park in Kenya, starting from the coast of Watamu

 

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Arrivo a Watamu

Sono passati ormai cinque anni da quel magico settembre del 2005. Quell'estate avevamo le idee molto confuse sulla meta da raggiungere durante le nostre vacanze. Non ricordo affatto male nel dire che abbiamo scelto il Kenya come destinazione ultima, quasi un ripiego, rispetto a tutte le altre alternative che avevamo scartato per problemi di budget.
Beh ! Non che non avessi mai sognato la savana e proprio quella del Kenya, quindi non posso che dire ... ottimo ripiego !!

Nonostante sia passato un pò di tempo i ricordi di quei giorni sono ancora molto vivi nella mia mente. Acquistammo un soggiorno in uno dei Resort di Watamu, un villaggio sulla costa a 25 Km a sud di Malindi e 120 Km a nord di Mombasa.
Il Temple Point, all'epoca gestito da un noto tour operator, vi era un'ambiente molto carino, confortevole, gestito in maniera discretamente allegra e coinvolgente.
La mia esperienza è abbastanza datata, ma ho fatto qualche ricerca in rete e devo dire che la bellezza del posto è rimasta intatta.
La struttura principale è a qualche centinaio di metri dalla spiaggia privata, raggiungibile percorrendo una stradina nel parco del villaggio, all'interno del quale sono dislocati i vari bungolaws. Nel parco vi sono molte scimmiette che vivono in libertà e si avvicinano ai bordi delle piscine e ai punti di ristoro, attratte dalla presenza dell'uomo. La spiaggia privata è accessibile anche da una strada esterna, per questo nonostante la vigile presenza delle guardie, è meta ambita dei "beach boys". Questi attendono con ansia gli ospiti del villaggio per vendere loro escursioni, souvenirs o semplicemente per fare conoscenza e magari chiedere qualche oggetto, tipo magliette, jeans, ciabatte .. Vi sono anche molti ragazzini che, anzichè andare a scuola, si aggreggano ai ragazzi più grandi. Si possono fare tante conoscenze più o meno gradevoli, talvolta ci si può fare rubare il cuore da uno di questi ragazzini.
Ogni giorno è possibile raggiungere una spiaggia vicina, con una navetta messa a disposizione dal villaggio o facendo una bella camminata a piedi.
La "Spiaggia lunga" , una lunghissima distesa di sabbia bianchissima e "farinosa", dove è possibile fare lunghe camminate, stendersi al sole o sfruttare la bassa marea per inoltrarsi a piedi verso l'orizzonte, fino a raggiungere zone in cui l'acqua è caldissima, scaldata dalle correnti o dal sole che, nell'acqua molto bassa, crea effetto Jacuzzi.

Ma in un paese come il Kenya non si può assolutamente fare solo soggiorno balneare e soffermarsi a lungo in una struttura del genere, è un vero spreco. Basta organizzarsi bene e utilizzare il villaggio come base per effettuare delle brevi escursioni.
Non ci si può certo perdere un safari nella savana.
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Partenza per il parco Tsavo

Il parco più vicino a Watamu è lo Tsavo. Raggiungibile in qualche ora di macchina, è possibile organizzare mini safari di due giornate, trascorrendo almeno una notte nella savana, circondati da predatori, prede e animali mastodontici come gli elefanti africani e i bisonti.


Con una superficie complessiva di 21.812 km², lo Tsavo è il più grande parco naturale del paese. Appartiene a un sistema di parchi adiacenti che include il parco nazionale delle colline Chyulu, la riserva naturale di Ngai Ndethia e la riserva naturale di South Kitui, per una superficie totale complessiva di oltre 23.000 km². Il parco fu aperto nell'aprile del 1948 e nel maggio dello stesso anno venne suddiviso, ai fini amministrativi, in parco nazionale dello Tsavo orientale (Tsavo East National Park) e parco nazionale dello Tsavo occidentale (Tsavo West National Park). I due parchi sono divisi dalla strada che va da Nairobi a Monbasa (la A109) e dalla ferrovia, parte della Uganda Railway costruita dagli inglesi alla fine del XIX secolo. Entrambi sono amministrati dal Kenya Wildlife Service. Il centro abitato più vicino è il villaggio di Voi, nel distretto di Taita, Coast Province. Il parco prende il nome dal fiume Tsavo, che lo attraversa.
Il Parco dello Tsavo East è principalmente pianeggiante, con grandi aree di savana attraversate dal fiume Galana, ma il rilievo principale è l'altopiano di Yatta, che con i suoi 190 km di lunghezza rappresenta la più grande superficie lavica del mondo; è stato creato dall'attività del vulcano Ol Doinyo Sabuk. Fra le numerosissime specie animali che popolano il parco si possono citare sciacalli, babbuini gialli, dik-dik, ghepardi, licaoni, ghiri africani, elefanti, giraffe, lepri africane, impala, leopardi, leoni, serval, antilopi d'acqua e zebre di Grévy. Si possono facilmente vedere branchi di elefanti rossi, oppure ippopotami al bagno.
Lo Tsavo Ovest è più montagnoso e umido, con pianure alluvionali e un lago, il Jipe .
È meno selvaggio e meno ricco di animali, ma offre ai visitatori numerosi sentieri che portano a punti di grande interesse paesaggistico come la vista del Kilimangiaro.
Rispetto allo Tsavo Est presenta una maggiore varietà di ambienti e di ecosistemi.
Poco lontano dal paesino di Kimana, si estende il paesaggio conosciuto come “le verdi colline d’Africa” descritto da Hemingway. La zona collinare interna è stupenda: ci sono colline di origine vulcanica tutte coperte di fitta vegetazione, tra cui sono riconoscibile numerosi coni vulcanici. L’altitudine è di tutto rispetto perché alcuni monti superano i 2.000 metri.

Dopo i primi giorni di mare a Watamu, una mattina all'alba, saltiamo su una jeep da safari e partiamo per lo Tsavo Est.

Le strade del Kenya sono tra le più pericolose che mi sia capitato di percorrere finora.
Il manto asfaltato è molto trascurato, vi sono grandi e profonde buche su entrambi i lati della strada. Gli autisti approffittano del battuto d'asfalto per raggiungere alte velocità facendo lo slalom per evitare le buche, sovente invadendo l'altra corsia. Fortunatamente per raggiungere lo Tsavo, il tragitto da percorrere lungo questo tipo di strada, non è lunghissimo. Abbandoniamo la costa per addentrarci più all'interno del paese, percorrendo delle piste immerse nella natura. Non ci saranno le buche nell'asfalto, ma ci sono le buche naturali del terreno. Fortunatamente non c'è il traffico della costa e l'autista riduce notevolmente la velocità.
Arriviamo in mattinata all'ingresso dello Tsavo Est, accolti da una pioggerellina passeggera.
Appena entrati all'interno del parco, la guida apre il tetto della jeep e con nostra immensa sorpresa possiamo sin da subito osservare le numerose specie di animali che ci circondano. Ha così inizio il nostro safari, prima avventura all'interno della savana africana.
I primi gruppi di bisonti, vicini a numerose zebre, si intravedono in lontananza nella vegetazione.
Il panorama intorno a noi ci mostra una distesa pianeggiante, dalla vegetazione tipica della savana.
Costeggiamo un corso d'acqua e sulla sua sponda avvistiamo il primo elefante, isolato, probabilmente allontanatosi dal suo gruppo per abbeverarsi. Ma non manca molto, poco distante un numeroso gruppo di altri esemplari di pachiderma alla nostra destra. Tutti in fila, grandi e piccoli, questi spinti dolcemente delle loro mamme, con colpetti di proboscide.
Ci fermiamo per lasciare che attreversino la strada.
Si inoltrano nella vegetazione, scompaiono, ed eccoli di nuovo, tutti di nuovo in fila verso il corso d'acqua, dove si immergono per rinfrescarsi e abbeverarsi. Che emozione. Durante questi primi incontri è difficile riprenderli con la mia fotocamera, poichè sono molto distanti. Tuttavia riesco subito a notare la differenza tra gli elefanti africani e quelli indiani o asiatici, che ho avuto occasione di vedere in Sri Lanka. La prima differenza a saltare all'occhio è la dimesione delle orecchie. Questi elefanti africani hanno un padiglione auricolare molto più ampio rispetto a quello degli indiani. Questa differenza fa quasi sembrare che gli ultimi abbiano le orecchie rivolte verso il basso, rispetto agli altri, mentre invece penso sia solo una questione di ampiezza. Anche la colorazione della pelle è nettamente differente. Entrambe le specie sono caratterizzate da una colorazione grigia, ma mentre gli indiniani sono di un grigio puro, gli africani sono di una variante in cui prevale una tonalità rossiccia, che ricorda molto la colorazione della terra rossa africana. Sarà perchè vivono in questo ambiente che la loro pelle assume questa colorazione ? Saranno impregnati di questa terra magicamente colorata di questo rosso intenso ? Non lo so ma sono veramente belli. Anche le zanne sono molto più grandi. Comunqne siano africani o indiani, l'esperienza di poter incotrare questi pachiderma è unica, quello che i nostri occhi hanno potuto osservare, rimane nei nostri cuori, un'emozione indimenticabile, sia qui in Kenya, che in Sri Lanka.
Proseguaimo lungo la pista sterrata e incontriamo i primi esemplari di antilope, dai colori fortemente simili alla vegetazione, ma avremo successivamente occasione di vederne in gruppi molto più numerosi. Certamente non sarà facile per me ricordare il nome di tutte le antilopi incontrate, anzi direi proprio di non ricordarne preaticamente nessuno, questo mi spiace, poichè la guida come ogni esperto locale si è prodigato nel fornirci più informazioni possibili, ma purtroppo è passato molto tempo.
Il nostro cammino è interrotto da un esemplare di babbuino che si mostra a noi lungo la strada. E' senza alcun pudore, in posa per noi, per niente disturbato dalla nostra presenza.
Facciamo una sosta all' Ippo Point dove possiamo osservare gli ippopotami crogiolarsi in acqua. Non è molto facile riprenderli, sono molto distanti, ma ci provo ugualmente.
Il letto del fiume qui è molto vasto, è facile confondere le rocce che vi sono in mezzo, per il dorso di un ippopotamo. La vegetazione, soprattutto nei piccoli isolotti che si formano nel corso d'acqua, è notevolmente verde e grandiosa. Qualcuno dice di avere avvistato una leonessa sull'altra sponda del fiume, ma io non vedo nulla. La nostra guida scherzosamente ci avverte di prestare attenzione ai coccodrilli, io sono un pò incredula, ma poi ne avvistiamo uno, fortunamente molto lontano da noi, su una pietra, non visibile ad occhio nudo, un pochino di più con l'obiettivo della mia fotocamera. Lasciamo gli ippopotami e continuiamo il nostro percorso, incontrando altri gruppi di elefanti, numerose scimmie ed anche le prime giraffe. Ma avremo altre occasioni per altri avvistamenti. Si avvicina l'ora del pranzo che consumeremo all'interno di un campo tendato.
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Pomeriggio nel parco Tsavo

Lasciamo gli ippopotami e continuiamo il nostro percorso, incontrando altri gruppi di elefanti, numerose scimmie ed anche le prime giraffe. Ma avremo altre occasioni per altri avvistamenti. Si avvicina l'ora del pranzo che consumeremo all'interno di un campo tendato.
Quando vi arriviamo fortunatamente il tempo è notevolmente migliorato, le nuvole si sono diradate ed il sole spunta caldo e imponente. Il nostro pasto è servito sotto una tenda all'aperto. Siamo in mezzo alla savana, in una struttura all'aperto e non c'è certo la lavastoviglie, pertanto ci è evidente che le stoviglie sono immerse in pentoloni di acqua calda per tenerle pulite. Tutto procede per il meglio e terminato il pasto c'è chi si appisola un pò al sole e chi, come me, che curiosa per il campo.
Vi sono varie tende, ben attrezzate, dotate di acqua calda e bagno privato con doccia e siamo sempre nella savana !! Le più esterne hanno la vista direttamente sulla savana. Il campo è circondato da un filo spinato che ne delimita il perimetro, ma non penso proprio che possa fermare in qualche modo gli animali. Le scimmie vengono tenute alla larga dalle guardie che le spaventano con giornali, gli elefanti vengono attirati da pozze d'acqua che tendono a farli restare nelle aree immediatamente adiacenti al filo spinato, ma non oltre.
Osservando l'orizzonte ne scorgo proprio uno li a bere, immediamente fuori dal campo.
La sua stazza è notevole, ma mi accorgo che gli manca una zanna, povero chissà come ne è stato privato.
In lontananza si vedono anche altri animali tra cui zebre, scimmie, vari uccelli, purtroppo però io non riesco a immortalarne l'immagine, la distanza è troppo elevata. Loro sono molto rapidi nei loro spostamenti, ma i miei occhi riescono ad arrivare laddove la fotocamera non arriva, i ricordi sono ancora molto forti.
All'ingresso del campo c'è un tabellone in cui ogni giorno vengono segnalati gli avvistamenti effettuati. C'è proprio di tutto, ghepardi, leoni ... deve essere affascinante, ma allo stesso tempo molto "impegnativo" passarvi una notte intera.
Dopo un piccolo riposo, riprendiamo il nostro viaggio nella savana. Ci imbattiamo in avvistamenti molto interessanti, dapprima uno splendido animale, che con il suo lungo collo ci osserva da lontano, con un'aria molto raffinata, la gazzella giraffa. E' davvero molto bella.
Proseguendo la nostra guida riceve una straordinaria notizia, un altro gruppo ha appena avvistato un leone. Le guide ovviamente si conoscono tutte e sono solite passarsi questo tipo di informazione. Ci dirigiamo verso il luogo indicato. Eccolo li.Non sembra avere nessuna intenzione di scomporsi, è del tutto indisturbato dalla nostra presenza, nonostante continuiamo a girargli intorno con la jeep. Il nostro autista riesce in qualche modo a destare la sua attenzione e finalmente alza la sua testona. Non ha certo una di quelle belle chiome da Re, ma è indubbiamente un gran bel leone.
Lo lasciamo così solo, al riparo dal sole sotto un albero, continuare la sua pennichella. Durante il resto del tragitto possiamo fare altri numerosi avvistamenti. Le gazzelle, o antilopi, con le lore corna e i loro portamenti eleganti, sembra quasi che lo facciano a posta, ma mostrano a noi quasi sempre il loro posteriore, che per altro è altrettanto apprezzabile, con la corta codina arricciata ! Vi sono anche molte scimmie, visibili, ma molto difficili da riprendere. Sono nei prati, sugli alberi, in risalto sui tratti di terra rossa della savana.
E ancora gruppi di elefanti in coda nelle praterie della savana, spettacolare. Il sole sta cominciando a calare e tutto intorno si tinge di un rosso intenso. Facciamo ingresso nella parte privata del parco, dove passeremo la notte, presso una struttura davvero particolare.
Ma prima riusciamo ad avvistare ancora un esemplare davvero bello e affascinante intento nella degustazione del suo pasto. Scorgiamo infatti un ghepardo sdraiato non troppo lontano da un albero, verso il quale il suo sguardo è molto attento.
Spostando la nostra attenzione verso l'abero notiamo un animale morto. Dopo avere fatto qualche moina, essersi stiracchiato e gratticchiato un pò, il ghepardo si dirige verso l'albero e continua quello che è il suo pasto. Si compie così davanti ai nostri occhi un triste atto, triste ma naturale allo stesso tempo, la catena alimentare non può interrompersi e così il ghepardo si ciba della sua preda. Forse un dik-dik o una piccola antilope. Lungo l'ultimo pezzo di tragitto abbiamo modo di avvistare numeri esemplari di gazzelle e tantissime zebre corrono velocemente al nostro passaggio, ci osservano, continuano semplicemente a mangiare.
Giunti al lodge veniamo accolti con molta cortesia. Un asciugamano fresco ci viene offerto per rinfrescarci, resterranno le tracce della terra rossa che ricopre la maggior parte del nostro corpo e dei nostri vestiti.
Ci rendiamo subito conto della particolarità della location. La struttura centrale ha funzione di reception e sala da pranzo, dotata di un'ampia terrazza, con una maestosa vista sulla savana. Di fronte a noi, a qualche centinaio di metri nemmeno, una pozza d'acqua, la quale farà da palcoscenico ad una lunga carrellata di esemplari della savana. Elefanti, bisonti, uccelli e nella notte un folto gruppo di leonesse, con tanto di prole al seguito. Ai lati della struttura centrale si diramano quelle che accolgono le stanze da letto. L'intero complesso è rialzato dal terreno a mo dì palafitta, per rimanere al riparo dall'eventuale "attacco" degli animali della savana, che ci circonderanno durante tutta la notte.
Consumiamo la nostra cena e prima di andare a dormire, dalla terrazza del lodge, possiamo ammirare i primi elefanti arrivare alla pozza d'acqua. E' veramente un gran spettacolo, ma nulla in confronto a quello che vedremo durante la notte.
Infatti giunti nella nostra stanza, dotata anch'essa di una piccola terrazzina con la stessa vista di quella principale, possiamo continuare ad osservare gli animali avvicinarsi alla pozza d'acqua. Anche dal letto, da una finestra, si può comodamente godere dello stesso panorama. Non mancherà molto al sopraggiungere del gruppo di leonesse. La luce del lodge le illumina, sono davvero tante. Si avvicinano una per una lungo la riva della pozza, affacciandosi con il loro grosso muso sull'acqua per bere. Ben presto arrivano anche i piccoli e quando saranno giunti tutti, vi sarà un lungo schieramento di felini proprio di fronte a noi. E si faranno anche sentire per tutta la notte, con i loro ruggiti, sembreranno ancora più vicini. Non escludo che siano soliti avvinicarsi molto di più alla struttura e passeggiarvi sotto. Ammetto di non avere trascorso una notte tranquilla, mi sono svegliata più volte e più volte ho visto questi animali muoversi, rincorrersi, richiamarsi ed anche accerchiare un bisonte al centro della pozza. Purtroppo non sono stata abbastanza coraggiosa da tentare di fare almeno uno scatto con la mia fotocamera. Tuttavia di quella nottata mi resta uno splendido e suggestivo ricordo, fatto di immagini e suoni che difficilmente scorderò. Il rimpianto di non essere stata sufficientemente coraggiosa da godermi a pieno l'esperienza che stavo vivendo, ma la speranza di poterne ripetere un'altra prima o poi, facendo tesoro della prima.
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