Travel review NAMIBIA Sulle strade della Namibia
Sulle strade della Namibia
Stato: NAMIBIA (NA)
Diversamente dalle nostre abitudini abbiamo deciso di visitare la Namibia con Viaggi e Avventure nel Mondo e dopo pochi giorni dalla nostra prenotazione si sono aggregati 2 amici di nome Andrea e Chiara. Come previsto incontriamo tutto il gruppo all’aeroporto di Milano e prendiamo il volo per Johannesburg con altre 10 persone e una piccola mascotte di 4 anni di nome Chiara. In attesa dell’imbarco per Windhoek abbiamo avuto modo di conoscerci meglio e Daniela, la coordinatrice del viaggio, ci ha consegnato l’itinerario che ha preparato.
06/08 Italia – Johannesburg (aereo: h. 10,30) 07/08 Johannesburg – Windhoek - km. 80 (aereo: h. 2 – jeep: h. 4) 08/08 Windhoek – Hardap Dam Park – Quivertree Forest (Keetmanshoop) - km. 530 (jeep: h. 10,30) 09/08 Quivertree Forest – Fish River Canyon – Ai Ais - km. 267 (jeep: h. 9,15) 10/08 Ai Ais – Kolmanskop – Luderitz - km. 484 (jeep: h. 9,15) 11/08 Luderitz – Sesriem – km. 562 (jeep: h. 8) 12/08 Sesriem – Sossusvlei - Daed Vlei – Sesriem – km. 153 (jeep: h. 11,00) 13/08 Sesriem – Solitarie – Walvis Bay – Swakopmund – km. 393 (jeep: h. 9,15) 14/08 Swakompmund – Welwitschia Drive – Swakompmund – km. 170 (jeep: h. 5) 15/08 Swakompmund – Cape Cross Seal Reserve – Spitzkoppe – Henties Bay – km. 405 (jeep: h. 9,30) 16/08 Henties Bay – Skeleton Coast – Twyfelfontein – km. 457 (jeep: h. 8,30) 17/08 Twyfelfontein – Sesfontein – Opuwo – km. 400 (jeep: h. 9,00) 18/08 Opuwo – Epupa Falls – km. 212 (jeep: h. 7,30) 19/08 Epupa Falls – Ondangwa – km. 477 (jeep: h. 10,15) 20/08 Ondangwa – Etosha National Park (Namutoni) – km. 182 (jeep: h. 7) 21/08 Namutoni – Etosha National Park (Halali) – km. 300 (jeep: h. 10) 22/08 Halali – Etosha National Park (Okaukuejo) – km. 236 (jeep: h. 9) 23/08 Okaukuejo – Waterberg Plateau – km. 486 (jeep: h. 10) 24/08 Waterberg Plateau – Okahandja – Windhoek – km. 330 (jeep: h. 8) 25/08 Windhoek – km. 10 (jeep: h. 0,50) 26/08 Windhoek – Johannesburg – km. 80 (mini-bus: h. 1 – aereo: h. 2) 27/08 Johannesburg – Italia (aereo: h. 10,30) Km percorsi: Km 6.000 circa
Johannesburg – Windhoek
Arriviamo a Johannesburg alle 7,35 ma prima di ripartire per Windhoek facciamo un piccolo briefing per decidere insieme come impostare la vacanza. Alle 11,00 ripartiamo da Johannesburg e dopo 2 ore atterriamo a Windhoek (ore 12,00). Per prima cosa ci preoccupiamo di cambiare i soldi e sapendo che di sabato non troveremo banche aperte siamo obbligati a farlo in aeroporto. Ci rechiamo quindi al banco della Europcar (sempre all’interno dell’aeroporto) per fare il contratto di noleggio (le auto erano già state prenotate da Avventure). Dopo aver accertato che non potevamo stipulare una copertura assicurativa completa, abbiamo dovuto lasciare per ogni macchina il numero di una carta di credito a garanzia. Nel caso causassimo danni alle auto ci sarà addebitata la franchigia di N$ 7.500 (circa € 1.000) a macchina, mentre per le ruote, i finestrini e i parabrezza saremo costretti a pagarli nuovi. Facciamo quindi un accurato controllo ai mezzi, facendo annotare sul foglio di rilascio tutto quello che notiamo onde evitare che alla riconsegna ci vengano addebitati danni già esistenti (graffi, vetro scheggiato, ecc.). Ritiriamo così le nostre jeep e carichiamo i bagagli. Daniela sale con noi e finalmente partiamo con Marco al volante e Andrea che lo dirige. L’impatto con la guida a sinistra infatti crea un po’ di caos e avere una persona che ti aiuta e ti indirizza è veramente una buona idea. Percorriamo circa 80Km per raggiungere la città di Windhoek e con facilità troviamo l’ostello dove passeremo la notte (Tramper’s Haven). Abbiamo quindi ritirato l’attrezzatura da campeggio e acquistato viveri per i prossimi giorni. Per la cena, su consiglio della titolare dell’ostello, siamo andati al Joe’ Beer House. Si tratta di un locale (pub + ristorante) molto affollato e famoso per gli ottimi piatti di carne. Caratteristico l’arredamento anche se assomiglia di più ai nostri pub piuttosto che ad un locale africano.
Windhoek – Hardap Dam – Quivertree Forest Km percorsi: 530
Partenza ore 7.30. Per prima cosa dovevamo acquistare 3 mappe della Namibia (1 per macchina). Ci siamo fermati in molti distributori ma quelle rimaste erano poco dettagliate, e dopo aver acquistato la 1° a Windhoek siamo riusciti a trovare la 3° solo a Mariental. Dopo aver percorso strade lunghe e sempre diritte (B1), finalmente alle 11.00 abbiamo raggiunto l’Hardap Dam. Si tratta di un lago artificiale di 25kmq con annessa una riserva naturale di 25.000 ettari. Il paesaggio è molto arido e dal muro della diga si può ammirare il lago. Avendo poco tempo a disposizione abbiamo deciso di fare il percorso più breve (2 ore). Purtroppo abbiamo visto pochissimi animali. Alle 13.00 siamo quindi ripartiti. A Mariental, piccolo centro agricolo, abbiamo fatto sosta in un distributore di benzina della Engel dove c’è un fast food (Wimpy) che prepara ottimi hamburger e uno sportello bancomat dove si può ritirare del contante. Abbiamo viaggiato in direzione di Keetmanshoop e siamo entrati al Quivertree Rest Camp (C17) alle 17.00 mentre avremmo voluto esserci almeno un’ora prima. A quell’ora infatti il proprietario della Gariganus Farm porta da mangiare ai suoi 2 ghepardi. Raggiunta la casa del proprietario, le sorprese non sono mancate, oltre al classico cane, hanno anche un facocero, una iena, e un altro ghepardo che gira liberamente per casa e che è possibile accarezzare. In più hanno un recinto dove vive una colonia di soricati, buffi animaletti molto timorosi. Poi ci siamo diretti alla Kokerboom Forest (sempre all’interno della proprietà) dove abbiamo visto uno spettacolare tramonto. I kokerboom sono alberi molto diffusi nella Namibia meridionale, appartengono alla famiglia delle Aloe e possono raggiungere anche gli 8m di altezza, crescono molto lentamente e soprattutto sui pendii rocciosi. Considerata la fredda temperatura notturna, abbiamo deciso di non dormire in tenda nella parte meridionale del paese. Cenato presso la fattoria, anche se il cibo non era ottimo (riso, carne, verdure crude e bollite).
Quivertree Forest – Fish River Canyon – Ai-Ais Km percorsi: 267
Appena alzati siamo andati a vedere i ghepardi che stavano aspettando la loro razione mattutina di cibo. Erano molto agitati e continuavano a camminare su e giù vicino alla recinzione guardando in direzione della casa. Dopo aver fatto colazione nella fattoria, tutti gli altri sono andati alla ricerca del 3° ghepardo (quello addomesticato) per poterlo accarezzare, mentre noi 5 abbiamo raggiunto il commissariato di polizia di Keetmanshoop per fare la denuncia del piccolo incidente avvenuto ieri sera. Vista la banalità dell’incidente anche il commissariato di polizia è stato interessante. Come previsto per riempire un modulo di 4 pagine, dove bastava fare delle crocette, abbiamo perso quasi 2 ore. Siamo ripartiti all’incirca verso le 10.00 e abbiamo percorso la B4 e parte della C37 verso il Fish River Canyon dove siamo entrati da Hobas. Al ns arrivo al Main Viewpoint (punto panoramico) abbiamo incontrato le altre 2 jeep che stavano ripartendo e ci siamo dati appuntamento per la sera ad Ai-Ais. Il fiume Fish ha scavato nel corso di milioni di anni questa gola di 160 Km di lunghezza, 27 Km di larghezza (punto più ampio) e 550 m di profondità. Il fiume scorre normalmente tra marzo e aprile, mentre in agosto è soltanto un piccolo torrente. Visto il poco tempo a disposizione abbiamo deciso di non perdere troppo tempo nel parco e dopo aver ammirato il panorama dal Main Viewpoint e dal Rockies Point, siamo ripartiti (C37-C10) diretti verso l’oasi termale dove siamo arrivati verso le 16. Dalla descrizione della ns guida da Ai-Ais ci aspettavamo qualcosa di totalmente diverso. In effetti si tratta di un “villaggio turistico” situato in una gola dove si può scegliere se dormire in tenda, in villette, appartamenti o camerate. All’interno del villaggio si può usufruire della piscina dove l’acqua raggiunge i 60°. Considerata la temperatura esterna a dir poco fresca, il bagno è stato un piacevole diversivo ed è stato anche il primo vero momento di socializzazione con resto del gruppo.
Ai-Ais – Kolmanskop – Luderitz Km percorsi: 484
Partenza alle 7.45 dopo aver fatto benzina all’interno del villaggio. Abbiamo deciso di percorrere una strada non segnalata sulla cartina ma che ci ha permesso di diminuire notevolmente i km percorsi. Si tratta della Rosh Pinah (4x4), si prende dalla D316, dopo il 3° gate (i “cancelli” che si vedono lungo le strade) occorre girare a destra. Non abbiamo incontrato nessun mezzo ma i paesaggi erano spettacolari. Arrivati all’innesto con la C13, l’abbiamo percorsa fino ad Aus dove ci siamo fermati per il pranzo acquistando al general store/bar del paese pane, acqua e salumi confezionati. Da Aus a Luderitz la strada ritorna ad essere asfaltata e verso le 15.00 siamo arrivati a Kolmanshop. Si tratta di un villaggio minerario abbandonato dove il deserto sta invadendo le varie costruzioni. Ci sono edifici sepolti dalle dune dove a volte si entra direttamente al secondo piano. Tirava un forte vento e siamo rimasti al villaggio fino alle 16.00 (orario di chiusura). Carino ma turistico. Ripreso il viaggio siamo arrivati a Luderitz e ci siamo subito preoccupati di trovare i posti per dormire. In 5 abbiamo dormito dietro la chiesa cattolica, mentre per gli altri al campeggio Shark Island ci hanno riservato una piacevole sorpresa: al posto dei normali bungalow ci hanno dato il faro del paese. Luogo molto suggestivo ma purtroppo con solo 4 letti, così in 5 si sono dovuti accomodare per terra. Purtroppo abbiamo avuto poco tempo per la visita del paese. Come anticipato dalla guida, il paesino è molto simile a quelli bavaresi, e presi dal sole ormai al tramonto, ci siamo diretti oltre il porto per assistere allo spettacolo. Purtroppo non siamo riusciti a vedere i pinguini, i fenicotteri e gli altri animali che popolano le spiagge di questo luogo.
Sesreim – Sossussvlei – Dead Vlei – Sesriem Km percorsi: 153
Sveglia ore 5:00 per poter essere davanti al cancello all’orario di apertura (5:30). Oltre alla levataccia, durante la notte si sono sentiti diversi sciacalli che sono venuti a rovistare nel bidone dell’immondizia e vicino alle nostre tende. Riusciamo ad essere tra le prime macchine pronte a partire non appena si apre il cancello. Ma dopo aver percorso in circa 30 minuti i 45km di strada asfaltata ma pessima, che separano il campeggio dalla famosa Duna 45, rimaniamo delusi dal numero delle persone già appostate in cima. Speravamo di essere tra i primi mentre se non ci sbrighiamo a salire oltre a perderci il sorgere del sole non riusciamo neanche a “trovare posto”. Per quanto mi riguarda, dopo aver camminato speditamente per almeno 20 minuti verso la cima, l’alba non è così spettacolare come mi aspettavo. Forse sarebbe stato meglio fermarsi nel pomeriggio quando non c’è nessuno e i colori sono molto più belli. Scendiamo dalla Duna buttandoci letteralmente dai ripidi pendii e ci divertiamo un sacco. Ottima idea di fare colazione ai piedi della duna. Ci troviamo nella parte più accessibile del Deserto del Namib, lungo 300 Km e largo 150, e che copre più di 32.000 Kmq della Namibia. Proseguiamo per altri 15 km per Sossusvlei (gli ultimi 6 Km solo con auto 4X4) e percorriamo a piedi circa 1 Km per raggiungere Dead Vlei. Ci troviamo di fronte ad un luogo bellissimo, alberi morti incastonati in una pozza di fango secco e bianchissimo, contornata da dune di sabbia rossa. Fortunatamente riusciamo a goderci il silenzio del luogo prima che venga preso d’assalto dai tantissimi turisti scesi dalla Duna 45. Dopo aver pranzato all’ombra degli alberelli del parcheggio, abbiamo deciso di ritornare indietro fino al parcheggio 2X4. Nel tratto di pista che divide i due parcheggi ci siamo divertiti molto e fortunatamente nessuno di noi si è insabbiato. Arrivati nel parcheggio 2X4 alle 13:00, in 5 decidiamo di percorrere (a piedi) i 2 Km di pista per Hidden Vlei contro il parere di tutti gli altri. Abbiamo rimasto poca acqua e fà terribilmente caldo. Irremovibili, in fondo quando ci ricapita di ritornare, raggiungiamo anche questo luogo in piena solitudine e ci godiamo il panorama dall’alto di una duna. Nel pomeriggio rientriamo in campeggio e andiamo in cerca degli altri alla Duna di Elim e al Canyon di Sesriem (piccolo ma carino e ci voleva più tempo per scendere dentro il canyon). Cena in campeggio e birra nel piccolo bar del camping.
Swakopmund Km percorsi: 170
Approfittando del fatto che uno di noi non si sente molto bene, abbiamo deciso di non andare allo Spitzkuppe e di dormire un’altra notte qui. Così tutti ci riposeremo e avremo modo di visitare con più calma la città e di dedicarci agli acquisti. Ottima colazione all’Out of Africa dove servono buonissimi caffè, cappuccini o caffelatte in tazze giganti con ottimi dolci. Dopo colazione ci siamo separati dagli altri e noi 5 abbiamo gironzolato un po’ nel mercatino sotto il faro e nel centro pedonale pieno di negozi. Swakopmund è la principale località turistica della Namibia, ha vie contornate di palme, giardini fioriti, case in legno in stile tedesco e per quanto possa essere carina nulla ricorda l’Africa. Dopo aver fatto un’abbondante spesa nel megasupermarket Model e il pieno di benzina siamo partiti per la Welwitschia drive (anche se non c’è un gate di ingresso occorre fare il permesso in città). Dopo aver attraversato senza vederla (anche se indicato con cartelli) la vecchia Baaiweg, pista che un tempo veniva usata dai carri, abbiamo raggiunto i campi di licheni dove abbiamo provato a versare qualche goccia d’acqua per vedere un movimento millimetrico della pianta (nella guida dice che rifioriscono…). Oltre si raggiunge la Moon Landscape che, come si intuisce dal nome, sembra veramente un paesaggio lunare. Dopo aver percorso tanti km nell’arsura totale, siamo rimasti meravigliati di vedere tanto verde e coltivazioni all’oasi di Goanikontes. Finalmente raggiungiamo il punto dove vivono le piante che danno il nome al percorso. Sono piante che crescono molto lentamente e possono raggiungere anche i 2000 anni, preferiscono i terreni sassosi e sono formate normalmente da 2 lunghe foglie che possono raggiungere anche i 2 metri di lunghezza. Si dividono in maschi e femmine e riescono a filtrare dalla nebbia l’acqua di cui hanno bisogno per vivere. Rientrati in città abbiamo cenato con gli altri al ristorante del Faro.
Twyfelfontein – Opuwo Km percorsi: 400
Partenza dopo aver fatto benzina a 5 Km dal campeggio nella strada che porta al lodge. Visita alle pitture rupestri dove le incisioni dovrebbero risalire ad almeno 6000 anni fa (ma qualcuno di noi avanza dubbi)… Il luogo comunque è carino e fare una piccola scarpinata non ci fa affatto male dopo tutto il tempo trascorso in auto. Riprendiamo il viaggio diretti verso Opuwo ritornando sulla C43. Si tratta di una strada non asfaltata ma buona (a parte qualche ripido saliscendi) che attraversa paesaggi molto belli. Sosta per il pranzo a Sesfontein di fianco al fortino tedesco trasformato in lodge. Nella cittadina vediamo molte persone e tantissimi bambini ci chiedono soldi (pochi le caramelle o le penne). Per non incentivarli a chiedere una sorta di carità ai turisti, ovviamente non diamo loro nessun soldo. Proseguendo oltrepassiamo una zona dove si possono notare molti baobab e nelle vicinanze di Opuwo iniziamo a vedere le prime donne Himba. Arrivati a Opuwo verso le 17:00 ci dirigiamo subito ad un supermarket per acquistare i prodotti da donare al villaggio Himba che vogliamo visitare domani e poi in cerca di un campeggio, visto che dalle precedenti esperienze molti sconsigliano Okahane Lodge (o dal francese – acqua fredda, cena cattiva). Troviamo posto al Cospin Camp Site (dove ci siamo solo noi). Opuwo è l’ultima cittadina dove si può acquistare acqua e provviste prima di dirigersi verso le Epupa Falls. Inoltre qui si possono vedere molti Himba o Herero e può essere un buon posto per trovare una guida per visitare un villaggio Himba. Per quanto ci riguarda all’uscita dal supermercato siamo stati avvicinati da un signore di nome Fester che si è proposto per accompagnarci l’indomani nel villaggio dove vive ancora sua madre. Dopo aver contrattato spuntiamo la visita a $ 20 x pax + doni per il villaggio: farina di mais, tabacco, fiammiferi, zucchero. Cena in campeggio.
Epupa Falls – Ondangwa Km percorsi: 477
Contro il parere di altre recensioni abbiamo deciso di percorrere la D3701 fino a Ruacana per accorciare notevolmente il tragitto. La ns scelta è si rivelata buona, i paesaggio sono belli e parte qualche tratto notevolmente sconnesso (solo 4x4) non è proprio disastrosa come descritta. Da Ruacana invece la strada ritorna ad essere asfaltata e abbiamo proseguito fino ad Ondangwa dove abbiamo finalmente trovato un gommista per acquistare la ruota scoppiata sulla Skeleton Coast. Io, Chiara ed Andrea invece, mentre Marco è rimasto in auto per evitare di lasciarla incustodita, abbiamo fatto un giro nel mercatino locale. In questa area geografica la presenza delle persone di colore è nettamente superiore rispetto ai bianchi e tutto è molto più bello e caratteristico. Anche l’atmosfera è diversa, peccato che quasi tutti stavano ritirando i loro prodotti e che noi avevamo poco tempo. Dopo aver trovato il posto per dormire abbiamo deciso di cenare in 2 posti separati. Mentre alcuni hanno optato per un ristorante per turisti, gli altri hanno cercato qualcosa di più caratteristico. Ci siamo diretti verso la cittadina, ma per via del buio non siamo riusciti a trovare nulla. Così al primo autolavaggio dove c’erano diversi giovani di colore abbiamo chiesto se ci consigliavano un posto esclusivamente locale. Un ragazzo di nome Leonard si è offerto di accompagnarci e noi abbiamo ricambiato invitandolo a cena. Si trattava di una specie di self-service. Al nostro arrivo si è creato un trambusto generale, tutti erano veramente eccitati per la ns presenza. Dopo averci preparato un tavolo e averci fatto vedere i tegami che avrebbero utilizzato (il servizio buono), ci hanno chiesto quali pietanze preferivamo tra quelle gia pronte. Abbiamo così ordinato: polenta, spezzatino di mucca, erbette, fagioli tritati e pollo. Durate l’attesa ci hanno servito una specie di aperitivo: una bevanda marroncina derivata dalla fermentazione del sorgo. Sia per il sapore sia per evitare problemi di dissenteria abbiamo cercato inutilmente di rifiutare. Anche se ci avevano portato le posate abbiamo preferito mangiare con le mani. Scena comica quando tutti hanno rinunciato al pollo perché senza coltello non sapevamo come staccare il primo pezzo (era intero). Fortunatamente anche a Leonard piaceva il pollo!!!
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