Travel diary: Thailand and Cambodia : THAILAND

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Travel diary: Thailand and Cambodia

Bangkok, Trat, Ko Kong, Sihanoukville, Phnom Penh

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Travel diary: Thailand and Cambodia

Località: Bangkok, Trat, Ko Kong, Sihanoukville, Phnom Penh
Regione: Thailand and Cambodia
Stato: THAILAND (TH)
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Arrivato il grande giorno, si parte per una nuova avventura verso il misterioso Oriente. L’arrivo nella grande metropoli di Bangkok, come poi in tutti i posti Asiatici e’ un impatto non tanto piacevole per via delle stagioni delle piogge che provocano un tasso di afa non indifferente pari a un 90%. Sono però fortunato il sole ne fa’ da padrone. Tra canyon di grattacieli di cemento, rombanti veicoli che sfrecciano con rumori assordanti, questa e’ la vera Bangkok, strade a 12 corsie e sopraelevate questa e’ la capitale delle Thailandia dal 1782 come stabilito dal primo Re della dinastia Chakri Rama I. Il nome e’ una contrazione di Bang Makok, che sta’ a significare “Villaggio delle prugne selvatiche” e il nome ufficiale in Thai e’ una specie di scioglilingua. Mi fermo tre notti, il giusto per vedere le cose più importanti. La prima visita e sicuramente la più bella e’ quella al tempio del Buddha di Smeraldo che sarebbe il Wat Phra Kae. E’ una meraviglia architettonica di luccicanti Chedi (Stupa) dorati apparentemente sospesi in aria, di lucide tegole arancioni e verdi tetti che trafiggono il cielo umido di colonne rivestite di mosaici e di ricchi frontoni di marmo. Dopo passo al Palazzo Reale oggi usato dal Re soltanto in occasione di alcune celebrazioni ufficiali senza dubbio nel vedere tale costruzione si rimane senza fiato. A 15 minuti di strada c’è il Wat Pho che ospita il più importante Buddha disteso e la più ricca collezione di statue del Buddha della Thailandia e anche la sede nazionale per l’insegnamento e la conversazione della medicina tradizionale Thai. Passando dall’altra parte del fiume (Tamburi) c’è uno straordinario tempio il Wat Arun con una torre stile Khmer di 82 metri, costruito durante la prima metà del XIX secolo su commissione di Rama II, molto spettacolare. Da vedere c’è ne parecchio dalla parte centrale di Siam Square dove ci sono i vari centri commerciali e dove si possono trovare nuovissime tecnologie con prezzi ottimi e i vari quartieri di Chinatown, Phahunat e Banglamphu dove e’ possibile fare acquisti in vari e svariati mercatini. Penso che 3 giorni siano più che sufficienti per visitarla. Dopo la visita della capitale thailandese parto via terra per la Cambogia passando per Trat e cambiando vari mezzi arrivo al confine, mi fermo alla prima cittadina Ko Kong e pernotto per aspettare la mattina seguente il pullman che mi porta a Sihanoukville. Non e’ la prima volta che visito la Cambogia, ci sono stato nel 2005 quando mi sono fermato per visitare i Templi di Angkor Wat a Siem Reap, che dire un posto fantastico la gente anche se povera e’ disponibile e sempre pronta ad aiutare e a regalare un sorriso. Oggi i cambogiani sono circa 14 milioni, praticamente 7 milioni in più rispetto al periodo che ha preceduto il genocidio perpetrato dai Khemr rossi o per meglio dire dall’organizzazione di Pol Pot, a partire dal 1975 che secondo le parti sarebbero 3 milioni di vittime sterminate, per dimenticare il genocidio i cambogiani si sono messi a fare sempre più figli , questo almeno quanto da loro raccontatomi. Solo alla fine di luglio del 1997, la radio ufficiale dei Khmer annuncia uno scoop: l’arresto e il processo di Pol Pot la cui morte avvenne l’anno successivo anche se rimane sempre un mistero. Dopo questo piccolo excursus storico torniamo al mio viaggio. Arrivo a Sihanoukville, località di mare che rimane nel golfo della Thailandia ed è il porto principale della Cambogia. Chiamata anche Kompang Sam attira sia i residenti che gli stranieri che possono passare un week end tranquillo per riposare sotto gli alberi di cocco e le spiagge bianche nonchè appassionati d’immersioni che partono all’esplorazione dei fondali delle magnifiche isolette tropicali al largo delle costa. Il primo giorno di visita mi prendo un tuc- tuc e vado ad esplorare le varie spiagge, come città artistica non offre tanto, si possono visitare due templi e il piccolo porto. Per la sera, se amanti di serpenti, si può andare a cenare alla The Snake House, ristorante molto carino il cui proprietario e’ un russo, dove si possono gustare piatti tipici cambogiani e russi, naturalmente senza essere mai persi di vista da questi simpatici rettili. Ah, dimenticavo, questi ultimi a loro volta sorvegliati da un coccodrillo di circa 1,5 m. A Sihanoukville ho pernottato da un amico italiano che possiede una Ghest House. Dopo avere passato 3 notti parto per la capitale Phnom Penh che rimane a 5 ore di viaggio dalla località di mare. Le strade sono ben gestite e mentre mi osservo il panorama suggestivo mi faccio scappare qualche click della macchina fotografica sulle varie abitazioni a mò di palafitta. Non ho detto che la guida e’ come in Italia, invece in Thailandia al contrario.

Phnom Penh deve il suo nome a una certa Madame Penh, secondo la leggenda scoprì 4 statue di bronzo in un tronco di albero che galeggiava sul Mekong. Per mettere il suo tesoro al riparo costruì una collina di pietre: il Phnom sul quale fu edificato uno Stupa e l’antico villaggio di pescatori divenne la residenza dei Re Khmer verso il XV secolo. Inizio la visita alla città dal Palazzo Reale che risale all’inizio del XX secolo i suoi edifici principali sono stati commissionati da architetti Khmer e Francesi del Re Nordom e successivamente dal Re Sisowath, e’ estremamente affascinante, con i tetti ricoperti di tegole dipinte, fronte pizzi intarsiati e cortili fioriti con lunghe gallerie. Passo poi a una realtà triste ossia al museo del genocidio o S21, costruito dai francesi come edificio scolastico e trasformato in seguito nella più terribile prigione di tutta la Cambogia. Qui dall’aprile del 1975 al gennaio 1979 quasi 15 mila persone sono state rinchiuse e sottoposte alle più orribili torture prima di essere uccisi dai Khmer rossi di Pol Pot nel campo di sterminio di Choueng Ek. Lo visito, ma preferisco non parlare di questa cruda realtà. Ciò non significa però far finta di niente e chi volesse può rendersi conto di tali atrocità guardando alcune foto nel mio sito che valgono più di mille parole. Ci sono poi varie pagode e templi da visitare, molto bella e’ la pagoda d’Argento a Wat Phom in cima ad una piccola collina alta 30 m. Da non perdere inoltre i vari mercatini, da quello centrale con più di 2 mila bancarelle, a quello russo che vanta le preferenze dei turisti in quanto meglio assortito se si vogliono acquistare i più svariati souvenirs. Molto carine sono anche le gite in battello sul fiume Sisowath. Chi cercasse invece vita notturna, qui, come poi nella maggior parte dei paesi orientali capita male. Bisogna accontentarsi dei tipici locali ”del turista”. Dopo aver passato una settimana in un paese così emozionante lascio con il cuore la bellissima Cambogia e rientro in Thailandia con un volo verso Chain May. Una delle molte domande che i thailandesi sono soliti porre a uno straniero in visita e’: “sei già stato a Chain May?” come sottolineare che e’ una tappa obbligatoria. La città vecchia e’ un quadrato preciso delimitato da canali e resti di mura dove è possibile visitare molti templi importanti tra i quali, Wat Chian Man, costruito nel 1296 tipico esempio di architettura tradizionale del Nord con possenti colonne in Tek e Wat Phra Singh iniziato nel 1345 dal Re Pa Yo e portato a compimento tra il 1385 e il 1400 che ospita la statua di Phra Singh.

 

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